Mio nonno Carlo è morto prima che io nascessi. Non l’ho mai conosciuto, ma so tante cose di lui, o almeno le cose più importanti. So che voleva bene a mia mamma, che portava mio papà al bar a giocare a carte la domenica e che lavorava nei campi. Un nonno andato via troppo presto, e che mi avrebbe voluto bene.
Nonno Giuseppe è scomparso una ventina di anni fa. Di lui ricordo i baffi, gli occhiali e le sigarette. Nazionali dal pacchetto verde. Ho fatto il mio primo tiro di sigaretta a casa sua, per sfida. Mi ha portato per la prima volta a pescare. Ogni tanto ripenso a quella giornata, al fatto che ero eccitatissimo anche se a me pescare ha sempre fatto schifo e ai gobbetti che hanno abboccato alla mia canna da pesca.
Prima di cena diceva sempre “Vai a lavare le manette!”.
Mi ha lasciato la sua vespa del 1967, e un vuoto dentro.
Mia nonna Angela è scomparsa questo agosto. Una testona. Non riesco a scrivere niente, la ferita è ancora aperta. Lei sa, io so.
Poi c’è mia nonna Rosa, per tutti ma soprattutto per me Rosina. A casa sua ho passato l’infanzia e sono diventato grande. Mi aspetta sempre e ogni volta dice che ho la barba troppo lunga.
Auguri.